Archive for the la poesia Category

Una lucciola in città

Posted in amore, ego, la pietra ed il cemento, la poesia, le visioni, Poetria on 18 settembre 2014 by aldoplus79

nero su nero

Un mostro d’acciaio che fuma,

nel porto di Palermo.

Due ignee lame sul cielo , di notte.

Vapori su, nero su nero,

e si distende un drappo sulle case:

veleno, tumore, cancrena,

plumbei vessilli sulla sanità.

Oh, fatali composti eterociclici

posate su le frutta, sui cereali,

sui parchi, sugli asili! Conca d’Oro

si chiamava ed ora è negra;

e negri gli alveoli,  il sangue.

Su,  posate! Posate la morte.

Noi qui, interconnessi. Eredi

del putre, consumiamo,

tra crisi, tra guerre fatali,

la vile vanità dell’uomo bianco.

E questo male è la morale,

tutto il nero del novecento:

la ragione ha sconfitto la poesia.

E’  l’amore che si sfalda,

che si sfalda nel cemento.

§

Non andare, non correre  via,

è una lotta, è un lamento questa mia,

siamo una primula in questa città,

non andare, non correre via,

sei la mia sola  sana umanità.

Sui fiumi, su le rogge trasparenti,

verranno a brillare le lucciole,

in quel giorno lontano,

un nostro germoglio vivrà.

Canto d’un paesaggio d’estate

Posted in la pietra ed il cemento, la poesia with tags , , , , , , on 14 settembre 2014 by aldoplus79

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Dall’alto della scala d’emergenza,

io la sento cantare;

e sono le cicale

nel Parco d’Orleans,

ed è il generatore

dell’elettricità,

e sono le automobili,

del corvo è il crocidare,

lo zinzullar di rondini.

§

Domina il sole che infuoca

la linea del mare all’orizzonte,

fin troppo celata

dal denso abitato:

traversa una nave, e la piramide

di Porta Nuova tra noi si frappone

e l’osservatorio, e il Palazzo,

l’alta lanterna della cattedrale,

le gru del cantiere navale,

e la facoltà di lettere

di pallido rosa affumato.

§

Mentre attendo il mio Bene,

attendo all’amata ed odiata

città, che mi condanna e mi distrae

in questi versicoli gentili,

che lascio sgorghino con voluttà.

13/09/2014

Il rondone e la città

Posted in ego, la poesia, Poetria with tags , , , , , , , , , , , on 26 febbraio 2014 by aldoplus79

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Curioso uccello che i miei chiaman rondine;

gran vanni a mezza luna e biforcuta

coda, del Re del cosmo esegue l’ordine,

stagione giunge a stuolo,

in libera caduta.

Il rondone non tocca mai il suolo,

Apus Apus lo volle la natura,

e da per terra giammai spicca in volo:

tutta vita è d’obbligo

gettarsi da un’altura.

Così con tal vitale al volo vincolo,

vive il rondon la terrestre città.

Dalle torri, da’ gronde e dal pinnacolo

altissimo del Duomo,

sbalza l’umanità.

Non il desco, né ‘l talamo dell’uomo,

Il nido è solo un trampolo pe’l cielo,

Il ciel d’ogni saggezza è il sacro tomo,

in cielo si accoppia:

è vero! e mangia e dorme

in cielo.

Quattro contrasti all’Acquasanta

Posted in la pietra ed il cemento, la poesia, Poetria with tags , , , , , on 26 ottobre 2013 by aldoplus79

 contrasti

Velivolo Tirreno,

bianche vele latine

a piè del Catalfano,

lontane, nel gran golfo

sfilan spuma: pian piano

a celebrar le onde

e intorno è tutto fosco.

§

Tripudio di gasolio,

la Snav giunge da Napoli:

sporca fumo il cobalto.

Due ferree gru, vicine,

bianche d’acciaio sole,

e il cantiere a ridosso

al Lazzaretto duole.

§

S’erge Villa Belmonte,

col classico pronao,

sul masso Pellegrino

fiaccato dal cemento;

e Villa Igeia di fronte

in mezzo il gran lamento:

la terra soffocata.

§

D’intorno: la borgata,

stuprata dalla storia;

abbarbicata, tace

brandelli di memoria.

Al canto del gabbiano

risponde un autotreno

rombante sull’asfalto.

§

…Velivolo Tirreno,

bianche vele latine…

Sospira

Posted in amore, ego, la pietra ed il cemento, la poesia, le visioni, Poetria, Senza Categoria on 8 giugno 2013 by aldoplus79

urban night

In tangenziale, di notte; è un attimo

solo un po’ scontento, amareggiato;

è un po’ che stai lì: pregno di te,

in mezzo alla frenesia, ora silenzio

come il giallo ignorato lampeggiante e fiero.

procedi verso casa fatto e insoddisfatto.

Un non so ché di mancanza ti pervade,

niente di grave, una fase…

Tra i lampioni e le stelle, disarmato

appare un ebbro Cupido e ti dice:

«Vorrei farti un panorama di tutte le donne;

che son mille, mille e mille…

anche se non pare, lo so

oggi che tutto appare uguale:

lista seriale.

Ma non c’è tempo per stare a dire,

compare, in poche parole stammi a sentire.

Ce ne son di belle! Ma a sentirle parlare…

ed altre così schiette, brillanti e loquaci,

dall’occhio strambo però o dal fare sgraziato.

Altre son così così, altre perfette, altre impassibili.

È un’impressione… ma quanto è importante!

Per guardare? Non hai tempo lo so, non ne vale la pena

a stare a pensare e capire; ti preme godere

d’un vento rapido, fisico, sferzante piacere…

si, ma davvero le riuscite a vedere?

Maschi del terzo millennio,

scherzando a voi fuso mi rivolgo, io che son Dio:

vedete un po’ come fanno? Mi spiego,

ai piacenti, ai vaghi d’uno “charme” unico e

speciale. Uno sguardo, uno solo vi dirà

d’un capo all’apice d’ella: tutta la verità,

abbiate pazienza e state a sentire.

Poi guarda come intorno si guarda e quanto

dice e quanto cattura l’attenzione:

s’è timida, allegra o è la più austera

che con gli occhi il sangue ti raggela.

Comunque sia hai capito, non scordare gli occhi!

Prima di ogni cosa, gli occhi e capirai.

Perché son mille e mille cose e fretta e furia;

ma sempre lì sta l’eterno che l’uomo fa semi-Dio

una donna. Gli occhi, gli occhi, gli occhi…. »

Ritorni in te, riappare la strada,

e le luci e le strisce e la luna

e il segnale del navigatore satellitare.

Palermo 11.05.2013, notte.

E’ soltanto un altro sogno

Posted in ego, la poesia, le visioni, Poetria on 6 aprile 2012 by aldoplus79

Granelli di sogno

si dipingono nella retina demiurgica,

e tra l’onde che mugugnano torpore:

il rossore onirico

che accompagna l’odore

di un tirrenico aprile m’avvolge.

6/04/2010

Vuoi vedere che Amore è una città?

Posted in amore, ego, la pietra ed il cemento, la poesia, Narrativa, Poetria on 2 novembre 2010 by aldoplus79

In una città con troppi monumenti, è arduo gestirli bene tutti. E così è nella città delle mie passioni. Amo la poesia, ma non sono un poeta visto che da quando la poesia è morta poeti non ce ne possono essere. O forse è ben viva e non ce ne accorgiamo, o fingiamo di non accorgercene facendo i sornioni; magari (e lo dico con valore ottattivo oltre che concessivo!) nelle letterature di domani i poeti di questo periodo nostro saranno quelli che oggi chiamiamo rapper. Eh sì, loro sì che sentono ancora scorrere nel loro petto creativo metrica e figure di suono! E’ roba essenziale, metrica e figure di suono, altrimenti non è rap. E tu ti offendi se ti dico che altrimenti non è poesia, perché sei cresciuto a pane e Sanguineti, nel migliore dei casi. Io penso che a quelli delle nostre generazioni hanno presentato per poesia una poesia che vera poesia non è, per quanto riguarda la letteratura italiana contemporanea e non solo. La narrativa viene di rado alla mia porta, ci vuole la costanza di chi oltre a crederci davvero ad un’idea è capace di dedicarle lavoro e tenacia persistenti e non fugaci. Amo la fotografia e la grafica ma non dedico loro le cure del fotografo e del grafico. E così è con troppe cose (e non solo), le amo così tanto dal finire per trascurarle completamente. Le Lettere sono una colonna portante, ti ci appoggi e rimane lì, solida. Con le Lettere al momento ci si può far ben poco  e, visto ciò, finisco per trascurare pure loro, povere amate. Potrei fare un elenco di attitudini smorzate che annoierei pure me stesso a scriverle. Di politica – nel senso più ristretto della faccenda – mi disinteresso ormai, mi hanno annoiato dopo la morte delle ideologie. Io non penso si possa fare politica senza Ideologie; è una stronzata; la politica istituzionale pseudo-democratica occidentale è oggi solo un accordo tra potenti e lobby economiche, lo si sa; come nei parlamenti dei baroni feudali. Aspetto tempi migliori, ho fiducia che ci saranno, dopo che ci sarà davvero la fame e si farà per forza il giusto casino. Dovrei fare più politica dal basso, interessarmi ai movimenti più fertili e nuovi, la cosa mi duole, non so se è timidezza, scarsa capacità oratoria o la mia proverbiale infingardaggine, ma mi duole, forse in verità nei movimenti che vedo non riesco bene a riconoscermi… sembra tutto così aleatorio…. Tempi malati questi qui, ancora pienamente postmoderni, purtroppo. Il Pensiero è aleatorio e debole e pare che la cosa ci stia bene. Basta pensieri forti! Viva la relatività! Sarà… sarà. Sarò io che non sono nulla e sono tutto o è proprio questa società che non è nulla fingendo di essere tante cose? Bah, forse sono figlio di questi tempi blandi e balordi, e basta. Sono la testimonianza dell’inconsistenza. Siamo la testimonianza dell’inconsistenza. Almeno lo sarò, lo saremo fino a quando resterò, resteremo fuori fuoco come questa mia, nostra società. La città mi dà sempre un buon feedback, è un contenitore assoluto e ci puoi fare troppe cose. Devo cercare di focalizzare tutte le energie libere del mio teschio su di lei che è tutte le cose, e, cosa più importante, è tutti gli uomini e le donne, di tutti i tempi e di tutti i pensieri, e, in ambito locale almeno, li contiene tutti, uomini e pensieri. Bella storia la città; la mia città poi, la amo visceralmente perché è una città con troppe contraddizioni e quindi eleva all’ennesima potenza la sua essenza di città in quanto tale. Voglio essere vanesio visto che si è entrati in confidenza, penso di somigliarle, almeno un po’, alla mia città. Però spero di lasciarlo sto posto, anche se lo amo (come del resto, almeno un po’, sperò di cambiare me stesso); lasciarlo per un posto dove c’è meno caldo e più lavoro.  Non voglio divagare, stiamo in ambito di passioni e di passioni devo parlare a me stesso. E se parlo di passioni devo parlare per forza d’Amore. E Amore è troppe cose per parlarne compiutamente. L’amore è troppe cose e troppe ne fa e di queste tante cose, fargliene fare bene almeno una parte è davvero un busillis. Vuoi vedere poi che alla fine è l’amore che mi assomiglia? Non è niente ed è tutto, come me. L’amore è così localmente multiforme che quasi lo paragonerei ad una città, vedi un po’. L’amore muove tutto. Sembra banale ma è così, almeno per gli uomini è così, senz’altro. Sia esso l’amore per il potere, per se stessi o per un’altra persona, questo demone umano è capace di tutto. Forse è il Caso che muove tutto, perché amore è frutto del caso; non so. Sono troppo determinista, dovevo nascere nell’Ottocento, se posto sto pezzo mi si prende per pazzo. Basta! Giammai ho voluto e vorrò fare il filosofo, per carità! L’unica cosa che so è di non sapere e mi ci voglio crogiolare su; quindi mollo qui queste divagazioni deliranti; magari metto un bel film oppure vado a letto, che domani è lavorativo, no?

P.S. a te che mi baci, baciasti e bacerai potrei e avrei potuto dire “Ti Amo”, l’ho detto, lo dirò; ma, se la città delle mie passioni si chiama Palermo un motivo pure ci deve essere… lasciamela mettere a fuoco, la città e l’anima mia… anche se non vorrei in verità consigliartelo, sai perché? Perché voglio emozionarti ancora.

Corrispondenza

Posted in ego, la pietra ed il cemento, la poesia, le visioni, Poetria on 4 Maggio 2010 by aldoplus79

Pare non si sia, stamane, voluta svegliare,
palazzi di versi sgraziati l’ingombrano,
e un senso d’inquietudine latente;
spettrale! Cosa mi vuol comunicare?

Un cielo velato, ammanta
di torbido silenzio domenicale
l’asfalto poco battuto,
sangue rappreso,
per un martedì innaturale
di scirocco d’ansia abortito.

Quel vuoto attestato, lei sa,
non si potrà colmare a corde tese.

Calma, composta, sorniona,
ormai sembra anelare, quasi
fosse un rigenerante maggese,
ad un crollo deflagrante,
ad un’agognata resa.

E tutto intorno vibra un’allegoria
che preannuncia – dentro – una nota inattesa:
– rinuncia! –

E in questa stasi d’intenti,
sgomenta, rimane appesa,
svanita la metà degli abitanti,
si guarda e perplessa si soppesa.

Martedì 4 maggio 2010

Realizzabile Illusione

Posted in la poesia, Poetria with tags , , , , , , , , , , , , , , on 4 luglio 2009 by aldoplus79

Il treno

I.

chi è capace di patire

il canto visivo degli spazi aperti

ed il mormorio di ogni cantuccio di natura?

tra i mille silenzi della città vecchia,

la notte è la cura degli animi avvezzi.

Dimenticare tutto ciò che non v ’è

che in quei rari momenti,

momenti di luce destinata a perire,

nella sopita ricerca di un fuoco maggiore.

Eppure chi sa quel linguaggio vedere,

vedrà la vecchia città

nel silenzio parlare.

II. (Sognando)

Giorno, s’io non andrò per sempre fuggendo,

l’orchestra suonerà un tempo normale.

Tra i bei color il grigiore traendo

forse il pallore è il successo morale.

Tra suoni sincopati l’accento cercando,

veloce è il passo del treno serale.

Tradurre il banale, sognando,

il reale da lunge cos’è se non pace?

Vagar mi fai co’ miei pensier su l’orme,

piè su più leggieri lidi la traccia pone.

O poesia! Non rimembrar il dolor che dorme!

La vita al desìr la realtà oppone;

“Trionfa!” voce del cuore, matematica mia;

nei dolci momenti di vivida illusione.

Non spiare quel treno che scorre via.

1999 (da “Senza Timone”)

Se dal deserto non siamo ancora arsi

Posted in la pietra ed il cemento, la poesia, Poetria with tags , , , , , , , , on 14 giugno 2009 by aldoplus79

Libia-oasi

Dobbiamo, in fondo, colorar il mondo,

fosco o giocondo, ognun con l’ arte sua,

dalla prua, vedi terra sullo sfondo,

è orrenda e cruda e tonda, ma è tua.

Dovere è d’ognuno prodigarsi,

anche se a farsi è arduo e incerto,

se dal deserto non siamo ancora arsi,

cibarsi del bello e farne concerto.

Chi con le note del caro strumento,

al vento donerà un blu intenso,

chi col denso verde colorerà,

chi con la parola, chi col cemento,

d’ambrosia sua tomba profumerà.

2007